Una piacevole abbuffata
Parco Nazionale del Pollino, 20/03/2016
La neve caduta sui monti del Pollino nei giorni scorsi, splende sotto un caldo sole primaverile, che gli conferisce però, anche la connotazione di qualcosa di effimero. Noi, dopo un inverno di magra, non possiamo che approfittarne, studiando un percorso che ci potesse saziare, anche solo per il momento. Decidiamo di salire a Monte Pollino dalla cresta Nord, scendere per il canale SO, conosciuto col nome di “Valangone” (se in condizioni), risalire dal Colle Gaudolino a Serra del Prete e goderci la discesa finale a Colle dell’Impiso, già punto di partenza, lungo la cresta Nord. A noi due, in assetto da scialpinismo, si aggregano anche Umberto e Nunzio, provvisti di ciaspole e ramponi, che quindi, non effettueranno la discesa al Gaudolino dal Valangone, ma dalla via normale. Sin da Colle Impiso, la neve appare trasformata e compatta, mentre le cornici, sui versanti meridionali, sembra abbiano scaricato il giorno prima. Raggiungiamo facilmente il colle Gaudolino ed impegniamo il sentiero che porta ai Piani di Pollino. Già qui le pelli cominciano a non tenere a causa della neve ghiacciata. Sarà ancora più difficile quando, abbandonato il sentiero all’altezza della sella, percorreremo la ripida cresta nord, nel bosco, via via sempre più intricato. Fuori dal bosco, lo spettacolo dei loricati colmi di ghiaccio ci fa subito dimenticare le difficoltà della salita.
Anche il resto dell’ascesa fino in vetta è abbastanza difficoltosa in quanto, la crosta è portante, ma ricoperta da uno strato sottile a debole coesione che non permette una tenuta sicura ne’ delle pelli, ne’ dei rampanti. Insistiamo a non voler calzare i ramponi fino in vetta, allargando i traversi e valutando in maniera accurata la conformazione della neve. All’imbocco del Valangone abbiamo modo di valutare le condizioni per la successiva discesa. Le cornici, e non solo, hanno già scaricato, la neve è pesante e non ghiacciata, quindi con gli sci è fattibile. Sicuramente è molto problematica a piedi, perché ad occhio, si sfonda sicuramente con tutta la gamba, rendendo la progressione faticosa e poco sicura. Ciò conferma la decisione di Umberto e Nunzio, di proseguire in discesa per la via normale. Prima però, attraversiamo il nevaio, e preleviamo i dati di temperatura, alla stazione del Nevaio dell’Associazione Meteo Basilicata.
Tornati in vetta, ci prepariamo per la discesa e partiamo. Scendiamo nel Valangone, su una neve pesante e sotto un sole che riverbera. C’è un po’ di crosta non portante e, anche le zolle delle slavine del giorno prima, non sono ghiacciate, rendendo la discesa faticosa, ma non pericolosa. Lo spettacolo delle pareti costellate di pini loricati è grandioso e non possiamo fare a meno di fermarci un po’ per ammirare, mentre i nostri amici ci salutano dall’imbocco del sentiero che scende al Gaudolino.
Finora è stata faticosa, ma non ci va di rinunciare alla seconda vetta. Quindi ripartiamo con passo tranquillo verso la cima di Serra del Prete, che raggiungiamo sotto un sole magnifico, che del resto non ci ha abbandonati un istante, ed un vento teso che ci permette di non soffrire troppo il caldo.
In vetta ci concediamo una sosta ristoratrice per poi lanciarci in discesa lungo la cresta nord. La discesa con gli sci dalla cresta nord di Serra del Prete è stata sempre una delle nostre preferite, e anche questa volta ci ha deliziato con i suoi spazi, i suoi pendii ripidi ma regolari e la faggeta poco intricata. Che dire! Questo colpo di coda dell’inverno ci ha donato nuova linfa vitale e non possiamo che sperare di poterci godere ancora, qualche altra scialpinistica sulle nevi del Pollino!